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La Realtà Permanente

Un concetto che ha guadagnato la stima di Vittorio Sgarbi, una “Menzione speciale” dall’autorevole Comitato di Spoleto Arte, e conquistato un posto all’interno dell’Atlante dell’Arte Contemporanea DeAgostini, la Realtà Permanente nasce dal desiderio di ricerca della pura essenza della contingenza che resiste all’azione distruttiva del tempo.

La nascita del movimento

La corrente nasce nel 2000, quando l’artista sente il bisogno di manifestare il proprio pensiero critico attraverso espressioni artistiche.
Con la Realtà Permanente si vuole rovesciare l’idea secondo cui le cose hanno valore solo nel modo in cui vengono proposte. Milo crede, invece, che il vero valore sia nelle cose stesse, unico autentico che resiste al passare del tempo, portando alla luce valori inattaccabili perfino dall’incuria profonda dell’uomo. Il valore vero delle cose rende la realtà permanente di fronte all’inevitabile scorrere del tempo e all’azione irresponsabile dell’uomo che, volontariamente o meno, offusca le bellezze del mondo.

I primi soggetti a rappresentare il concetto di Realtà Permanente sono i monumenti italiani, che rappresentano il 50% del Patrimonio culturale mondiale ma spesso vengono dimenticati e poco valorizzati. È così che le opere d’arte di Milo diventano anche una sottile denuncia alla noncuranza dell’uomo nella conservazione e valorizzazione dei beni culturali.
L’auspicio dell’artista è che la Realtà Permanente possa suscitare un’autocritica negli occhi dello spettatore, spingendolo a mobilitarsi a favore della valorizzazione del nostro patrimonio artistico.

Passato e presente in un’unica opera

Concetto alla base di tutte le opere di Realtà Permanente è la doppia dimensione temporale. Sulla stessa tela si fissano due momenti distinti: il presente, macchiato dal passaggio del tempo e dell’uomo, e il passato, momento in cui il soggetto è nato ed era apprezzato in tutto il suo valore.
Nel complesso si vede l’unicum del soggetto, che però, osservato da vicino, è marcato dalla divisione di questi due tempi contrapposti.

≪Ieri e Oggi su un’unica tela.≫

Il processo di Sfogliazione

Tutte le opere di Realtà Permanente sono caratterizzate dalla sfogliazione, un processo di creazione artistica strettamente legato al concetto del tempo.
Si tratta di una tecnica mista: dapprima Milo crea una composizione di più immagini sovrapposte e incollate una sull’altra che danno vita ad una sorta di manifesto, il quale viene solo successivamente applicato sulla tela. Qui ha luogo la sfogliazione, il momento dello strappo delle immagini più esposte per rivelare una parte di quelle sottostanti, rimaste intatte al passaggio dell’uomo, annullando concettualmente il tempo trascorso.
Sulla superficie, infatti, si notano le tracce dell’uomo lasciate sul soggetto, incarnate da frammenti di oggetti d’uso comune e orme di scarpe che calpestano la bellezza e il valore delle cose. Al contrario, l’immagine più profonda è rimasta intatta e rappresenta la pura essenza della contingenza che resiste al tempo.

≪Sfogliando il sovrapporsi del tempo, macchiato da frammenti e calpestii, riemerge l’essenza e il valore puro.≫

Le orme e i residui di cultura pop

L’impronta dell’uomo sui quadri è come la firma di Milo su ogni sua opera. Le orme segnano in modo evidente il passaggio dell’uomo, il quale nel corso del tempo si è dimenticato del valore vero delle cose, calpestandolo.
Le opere di Milo si collegano direttamente al gusto pop degli anni Sessanta che risalta soprattutto attraverso le cromie accese degli schizzi e i residui di oggetti di uso quotidiano, come pacchetti di sigarette, tappi di bottiglie e oggetti di uso comune che l’uomo disperde con noncuranza nell’ambiente.

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